Crollo discarica La Torre, sospeso il processo d'Appello

TERAMO – Nuova battuta d’arresto per il processo d’appello per il crollo della discarica La Torre. Processo che resterà sospeso fino al pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità relativa alla durata prescrizionale del reato di disastro colposo, in questo caso nella fattispecie del crollo, attualmente fissato in 12 anni. La Corte d’appello dell’Aquila, questo pomeriggio, ha infatti accolto l’eccezione di costituzionalità sollevata dalla difesa dell’allora responsabile della discarica, l’ex dirigente comunale Nicola D’Antonio (condannato in primo grado a un anno e quattro mesi, pena sospesa, insieme all’allora assessore comunale all’ambiente Berardo Rabbuffo), e alla quale si sono associate le difese di tutti gli imputati, relativa alla violazione degli articoli 3 e 27 della Costituzione in relazione alla durata del termine prescrizionale tra una fattispecie dolosa e una colposa. Eccezione sollevata sulla scorta di un analogo pronunciamento della Corte Costituzionale e di un’analoga questione posta alla stessa Corte dalla Cassazione, con un’eventuale nuovo pronunciamento favorevole che di fatto comporterebbe l’avvenuta prescrizione del reato. Il crollo della discarica La Torre avvenne il 17 febbraio 2006. Finirono a processo undici persone, tra cui l’allora sindaco di Teramo Gianni Chiodi, che fu assolto "perché il fatto non costituisce reato). Davanti ai giudici della Corte d’appello sono imputati lo stesso Chiodi e gli ex dirigenti del Settore Rifiuti della Regione Abruzzo, Franco Gerardini e Massimo Di Giacinto, contro la cui assoluzione aveva fatto ricorso la Procura, e l’ex assessore Berardo Rabbuffo e l’ex dirigente comunale Nicola D’Antonio, le cui difese avevano fatto ricorso contro la condanna. "È un passaggio meramente tecnico di giusta prudenza rispetto a una questione di legittimità costituzionale già pendente davanti alla Corte Costituzionale – commenta l’avvocato Tommaso Navarra, legale del comitato di cittadini La Torre – Naturalmente questo passaggio non intacca il merito dei profili devoluti alla Corte d’Appello".